L’ho conosciuto tanto tempo fa quando aveva solo 12 anni e sua madre lo portava a scuola sulle spalle e veniva a riprenderlo alla fine delle lezioni. Le sue gambe contorte non lo reggevano e lei non aveva i soldi per comprargli una carrozzella.
È sempre stato un ragazzino curioso, pieno di interessi, sempre allegro e cordiale con tutti, il primo della classe negli studi. Mi sono molto affezionata a lui, ho cercato di aiutarlo come ho potuto. Gli ho procurato una sedia a rotelle, gli ho pagato gli studi. È circondato da tanti amici fedeli, amici che vanno a prenderlo a casa per portarlo a scuola.
Ora Pierrot è all’università: studia legge ed è uno studente molto brillante. E’ stato operato alle gambe: cammina con le stampelle ed è abbastanza autosufficienze. Per i lunghi tragitti deve ancora farsi accompagnare… ma quando viene a trovarmi, lascia la sedie a rotelle sotto i manghi e arriva orgogliosamente fin da me con le sue stampelle, senza l’aiuto di nessuno.
Il suo coraggio, la sua gioia di vivere, la sua simpatia mi affascinano. È un inno alla vita.
Pierrot è il mio eroe e io gli sono grata per la sua amicizia incondizionata.