Kahemba e ritorno

2-3 febbraio 2020

Secondo giorno a Kahemba.

Finalmente riposati decidiamo di fare una passeggiata verso il confine con l’Angola. Essendo nel periodo delle piogge il panorama è molto verdeggiante e rigoglioso.

Nel primo pomeriggio facciamo  visita ai bambini del centro nutrizionale,  malati di Konzo. Questa malattia orribile è dovuta al cianuro contenuto nella manioca che, se non è messa a macerare adeguatamente nell’acqua e poi fatta essiccare al sole, provoca una paralisi spastica irreversibile che colpisce specialmente le gambe ma anche le corde vocali, gli occhi e, nei casi più gravi, il cervello.

Il Konzo ha colpito duramente durante la stagione secca e per tanti anni la popolazione di Kahemba e in particolare i bambini. Dal 2016 , cioè da quando è stato costruito l’acquedotto grazie alla “Fondazione Renato Grandi”  non ci sono più stati nuovi casi di Konzo .

Regaliamo ai bambini biscotti e caramelle e poi ci uniamo a loro per una partita di calcio durante la  quale, malgrado il loro handicap,  si rivelano tutti ottimi giocatori. Riusciamo a finire in tempo la partita prima che inizi a piovere ininterrottamente fino a tarda notte.

Martedì, di buon’ora, ripartiamo verso Kikwit con un radiatore nuovo e la previsione di un viaggio difficile.

Dopo neanche un’ora, sprofondiamo in un’enorme pozza d’acqua. Con l’aiuto di alcuni uomini del villaggio vicino, armati di secchi e di pale, riusciamo a uscirne  dopo un paio d’ore.

Ripartiamo speranzosi ma le nostre sventure non sono ancora finite; infatti il radiatore nuovo si buca improvvisamente. Con qualche riparazione di fortuna a base di farina di manioca e molte soste lungo la strada per riempire d’acqua il radiatore che perde, arriviamo finalmente  a Kikwit all’una di notte.

 

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